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50mo anno di attività per il Cineforum Cinit

Data: 08/10/2003 - Ora: 10:00
Categoria: Cultura

Edizione speciale per il Cineforum-Cinit di Lecce che nella stagione 2003-2004 festeggia il 50mo anno di attività, un primato di impegno e continuità che nessun’ altra associazione salentina può vantare. Accanto al cartellone della nuova stagione che sarà inaugurata il 14 ottobre con la proiezione, in prima regionale, di "Fellini: Sono un gran bugiardo", film documentario di Damian Pettigrew, scelto proprio come omaggio al cinema che ha formato le coscienze di tanti spettatori, ci saranno tante manifestazioni collaterali per celebrare il cinquantesimo anniversario: rassegne (una, "Da Cannes a Venezia", è già in corso al cinema Antoniano), incontri, mostre, iniziative speciali, che saranno annunciate nelle prossime settimane. Nel primo gruppo del nuovo cartellone – da ottobre a dicembre, come sempre il martedì – nove film, praticamente tutti inediti, mai apparsi sugli schermi leccesi. A cominciare dal profilo felliniano delineato da Pettigrew, giornalista specializzato in documentari-ritratti che raccoglie confessioni, confidenze, intuizioni del Maestro che si autodefinisce bugiardo. Con l’intervento dei suoi attori, da Mastroianni a Benigni. A seguire, il 21 ottobre, "Satin rouge", la sorprendente opera prima della tunisina Raja Amari, la cui formazione artistica è nata con la danza. E’ la storia di una vedova ancora giovane che vive con la figlia adolescente e che per caso scopre un locale dove si esibiscono danzatrici del ventre. Le si apre tutto un mondo, dei varchi imprevisti nella sua solitudine. Un coinvolgente intrigo tra commedia, melodramma e musical. E poi, direttamente da Venezia, "Alila" il nuovo film dell’israeliano Amos Gitai (28 ottobre), denso di amore tra uomini e donne, amore per il paese del regista e per la pace. Negli intrecci quotidiani di un condominio di Tel Aviv il riflesso della contemporaneità di Israele, Palestina, ma anche del mondo global e del suo doppio che ne rovescia le regole. "Alila" vuol dire complotto ma anche finzione e si ispira a un romanzo di Yehoshua Knaz. Arriva da Venezia anche "Ballo a tre passi", debutto del sardo Salvatore Mereu, vincitore della "Settimana della critica" (il 4 novembre), film in quattro episodi che corrispondono alle stagioni e alle quattro età della vita in una Sardegna assolutamente inedita per lo schermo, tra arcaismo e globalizzazione. Quindi l’intenso, violento e commovente "City of God" del brasiliano Fernando Mereilles (il 10 novembre, di lunedì) sugli adolescenti disperati e assassini in una delle più degradate favelas di Rio de Janeiro (quella del titolo). Molto duro è anche il successivo "Son frère" del grande regista francese Patrice Chéreau (18 novembre), vincitore a Berlino dell’Orso d’argento per la migliore regia, un altro film sul corpo, sui corpi (dopo "Intimacy") ma raccontati qui nella malattia e nella morte. Una lezione di umanità, calore e tenerezza su quanto forse ci fa più paura e che il cinema stesso tende a rimuovere. Si torna, il 25 novembre, al film documentario con "Lost in la Mancha" di Keith Fulton e Louis Pepe, sulla mancata realizzazione di un capolavoro annunciato, il "Don Quixote" dell’inglese Terry Gilliam, progetto da 32 milioni di dollari con Johnny Depp, Jean Rochefort, Vanessa Paradis, naufragato dopo due mesi di preparazione e dopo soli sei giorni di lavorazione, annientato da colpi bassi e biblici (uragano, malattie, finanziamenti, assicurazioni…). Gilliam autore visionario e maledetto come Orson Welles anch’egli colpito dalla "iella" di Quixote. Ultimi due film, l’italiano "Amorfù" di Emanuela Piovano con due tra gli attori più bravi della nuova generazione, Ignazio Oliva e Sonia Bergamasco (il 2 dicembre), tormentata storia d’amore tra una psichiatra e il suo paziente, finalmente lontana dai cliché e dalle banalità, e "Rain" (9 dicembre), sottovalutato esordio dell’americana Katherine Lindberg, collaboratrice di Scorsese (realizzato con la benedizione del grande regista), dramma a tinte fosche che richiama costantemente i classici della tragedia greca (Edipo in primo piano), opera inquietante e visivamente affascinante su una donna (Malora Walters, ammirata in "Magnolia") che uccide a colpi di fucile il marito adultero e sbarazzandosi del cadavere si lega a un ragazzo figlio dello sceriffo del paese (siamo nello Iowa). Colpi di scena a non finire sotto il segno di un ineluttabile destino. La selezione è stata curata da Vito Luperto. Le proiezioni, come gli scorsi anni, al cinema Santalucia di Lecce, con tre spettacoli (alle 18.15 – 20.15 – 22.15) ed ingresso con biglietto di 4,50 euro, ridotto a 4 per studenti e soci Cinit.

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