La presidenza della Legacoop ha espresso soddisfazione per la conferma del metodo concertativo e del protocollo di luglio '93 accompagnandola però - si legge in una nota - alla ''preoccupazione per l'ipoteca sugli spazi per i rinnovi contrattuali che potrebbe derivare dalla riduzione per legge dell'orario di lavoro''. Secondo la Legacoop, per evitare danni alla concertazione ''occorre contenere il più possibile le maggiorazioni contributive, delle quali non è ancora definita l'entità, per lasciare maggiore spazio alle parti sociali''. Il documento sottolinea che ''la lotta alla disoccupazione non trova un valido strumento nella riduzione d'orario'', con la specificità per il nostro paese ''di un mercato del lavoro talmente segmentato da richiedere soluzioni assai diversificate e flessibili''. Legacoop teme anche che le 35 ore incentivino il ricorso al lavoro nero e spingano le piccole imprese al 'nanismo', ''pur di non superare la fatidica soglia dei 15 addetti''. (MN)